BANGKOK, 18 MARZO 2015, mercato galleggiante e tempio delle tigri

Parto per questa escursione di una giornata, e sono piuttosto curiosa. 

Nei miei precedenti viaggi in thailandia non sono mai stata una grande turista, ho sempre preferito godermi il luogo e le persone piuttosto che visitare i posti turistici. 

Ma questa volta non so perché ho questa smania di vedere, di conoscere.

È sempre molto facile organizzare escursioni qui, basta andare in un’agenzia di viaggio, o spesso addirittura nel proprio albergo o nella propria guest house, dire dove si vuole andare che di sicuro c’è già un tour preconfezionato, e di solito più che abbordabile economicamente.

Gli addetti dell’agenzia ti vengono a chiamare addirittura dove alloggi, alle volte ti portano con un mini van nel luogo in cui l’escursione vera e propria parte, riunendoti con altri che faranno il tuo stesso giro. 
Alle volte ti vengono a chiamare e ti fanno fare diversi giri a piedi, per radunare gli altri partecipanti. 
Tutto regolare. 
Ti appiccicano addosso un adesivo colorato che indicata la tua destinazione, e a quel punto sei completamente nelle loro mani. In generale molto comodo, in particolare non sai mai cosa succederà.

Arriviamo dopo un paio d’ore al fiume che porta al mercato galleggiante, ci fanno salire su una longtale boat, barche sottili con un timone molte lungo che sembra una coda, da qui il nome, e ci portano fino al mercato. 
Qui passiamo sulle piccole barche spinte con una canna di bambù, perché i piccoli rivoli del mercato sono sempre intasati, è impossibile muoversi con marche a motore.

Ma che meraviglia!! Che mondo incredibile si apre ai miei occhi. I più bei colori della merce Thailandese, dalle stoffe, ai Buddha, ai soprammobili, al cibo, tutti esposti lungo le sponde del fiume, che si riflettono sull’acqua creando dei mondi paralleli di specchi ondulati. Non solo, la merce e il cibo viaggiano anche sulle piccole barche.

E ti sembra che tutta la vita ti entri direttamente nel cuore.

Hai tutto a portato di mano, e di vista e di olfatto. Tutto così vicino da sembrarti quasi una seconda pelle. Le persone, le cose , gli oggetti. 
Che emozione indescrivibile. sembra di assistere ad uno spettacolo teatrale, di cui tu stesso entri a far parte.
Che immersione totale nell’umanità.

Se desideri acquistare o vedere qualcosa, basta toccarla, e il venditore sulla sponda aggancia la tua barchetta con un lungo bastone ad uncino e ti avvicina per contrattare. 

Oppure nel momento in cui le barche si bloccano perché ce ne sono troppe per passare tutte insieme, e succede di continuo, hai il tempo di comprare, di contrattare, di farti fare uno street food al momento, anzi, in questo caso un river food. Incredibile. Ne vale più che la pena!

Lasciamo, a mio malincuore, questo meraviglioso mercato, per andare a visitare il ponte sul fiume Kwai, diventato famoso per un film.
La sua macabra storia racconta degli uomini (militari degli eserciti olandese e americano) che nel giro di poche settimane hanno costruito il ponte, durante la seconda guerra mondiale, e che sono poi stati tragicamente uccisi insieme ad altre decine di migliaia di civili della zona.
La storia è terribile ed affasciante, il ponte è… un ponte. Sarà stato il caldo torrido, ma non posso dire di aver gioito della visita, dopo due fotografie sono dovuta scappare all’ombra.

Ma visita molto più particolare, e ultima tappa del nostro tour, è stato il Tempio delle Tigri.
In teoria queste tigri vivono serenamente e pacificamente nel tempio, addomesticate e coccolate dall’amorevole cura dei monaci. Quindi mi aspettavo di trovarle libere, a gironzolare per il tempio, ovviamente sotto la sorveglianza degli addetti.

Ma aimè le cose non stanno così, questi animali magnifici vengono tenuti incatenati e sicuramente drogati, come se fossero dei fenomeni da baraccone. Tutte, e sono parecchie, in un recinto, come se ce ne fosse bisogno con le spesse catene che le tengono bloccate.

Gli addetti, che non sono monaci, e di monaco ce n’era uno solo, fanno entrare i turisti uno alla volta, o in piccoli gruppi. 
Ti prendono per mano, ti fanno avvicinare alla tigre di turno, ti scattano loro la fotografia, e di nuovo ti prendono per mano per condurti alla tigre successiva.
E questi gattoni, perché dell’istinto del predatore non hanno più nulla, sono li, quieti, quasi non si muovono, alle volte si mettono a pancia in su, proprio come un animale domestico.

E tu sei talmento spostato velocemente da un felino all’altro, con questa persona che ti tiene la mano come se fossi un bambino al parco, che quasi non ti rendi conto di quello che avviene.
Certo, all’idea di toccare una tigre, che magari proprio in quel momento non si sa perché potrebbe avere l’unico scatto felino della sua vita e scaricarlo su di te… un po’ di brividini te li metti. E anche la prima che tocchi, anche se è mezza addormentata, è talmente grossa che non ti permette tanto di dimenticare che se solo volesse, tu saresti solo un ciuffo di capelli e un lontano ricordo.

Ma il fatto è che non vogliono, non possono volere nulla, perché della loro natura probabilmente non sanno nemmeno più dell’esistenza, e questo fa veramente tristezza. Fa pena. Fa infuriare.
Ma noi uomini siamo esperti nel togliere la libertà e la dignità agli altri, lo facciamo con i nostri simili, figuriamoci con gli animali. 

Anzi, guardando queste tigri, mi sembra di vedere come spesso viviamo noi, che crediamo di essere chissà cosa, i più furbi di tutti, e poi ce ne restiamo ben bene incatenati alla nostra routine, alle nostre certezze, alle nostre paure.

L'unica differenza è che le tigri anche volendo non potrebbero liberarsi perchè c'è l'uomo a tenerle prigioniere.
Noi invece potremmo trovare la libertà, eppure c'è anche lì un uomo che ci tiene prigionieri e quell'uomo siamo sempre noi.

Quindi onestamente non so se tornerei, non posso dire a nessuno cosa fare, e non voglio essere ipocrita nel dire che una parte di me non è stata curiosa, e anche emozionata… ma nella mia anima è restata una ferita… e forse, non ne vale la pena… 



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4 commenti:

  1. Fossi stata in te non avrei nemmeno scattato una foto e poi pubblicata con un sorriso a 36 denti. Inutile scrivere con dispiacere sul tempio delle tigri, perché non hai fatto altro che comportarti come la turista che ha contribuito al "fenomeno da baraccone".

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. ho detto esattamente la stessa cosa:
    "Quindi onestamente non so se tornerei, non posso dire a nessuno cosa fare, e non voglio essere ipocrita nel dire che una parte di me non è stata curiosa, e anche emozionata… ma nella mia anima è restata una ferita… e forse, non ne vale la pena… "

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    1. La polemica sul tempio delle tigri, sugli elefanti e sulle donne giraffa è quanto mai di lungo corso. La soluzione non è semplice ... eliminare queste cose vuol dire lasciare senza lavoro molte persone ... quindi prima di farlo si deve dar loro una valida alternativa. Nel caso delle tigri, il tempio era stato chiuso non molto tempo fa per poi essere quasi subito riaperto, con la benedizione delle Autorità. Per questi animali purtroppo non ci sono più alternative perché è impensabile reintrodurle nel loro ambiente, ammesso che ne esista ancora uno.
      Quindi non ti preoccupare ... fai pure tranquillamente le tue esperienze "turistiche". Non si può essere sempre "off beaten path"...

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